Sul far della sera
sul poggiolo di casa tua
mi vedevi arrivare
e contenta
ti ritiravi e mi aspettatavi
sulla consueta poltrona.
Mi raccontavi spesso di te
del tuo incredibile viaggio
in una terra lontana
per stare vicino
giovane madre
a chi ti era stato strappato
ed esiliato al confino fascista.
Per gli stenti subiti
mio padre
presto ci privò del suo affetto
ma tu sei resistita a lungo
con i figli tuoi intorno.
Venne il momento
in cui la natura volle recidere
un fiore prezioso.
Lasciandoci
più volte mi chiamasti per nome
implorandomi di ‘fare qualcosa’.
e ancora oggi mi turba
il ricorrente pensiero
che quell’implorazione non fosse
del tutto
incosciente.
(settembre 2018)