Giocavamo
su una strada
sterrata
appena fuori le vecchie mura
della città
senza correre pericoli.
Erano giochi
ingenui
banali
di ragazzini
ancora ignari
della stupidità
della cattiveria
e della malvagità
di troppi esseri umani.
Non ci siamo più rivisti
Arrigo.
Da tantissimi anni.
La tua famiglia
lasciando la città
ci ha separati.
Non so
oggi
l’uomo che sei
ma di quella stagione felice
resta il ricordo
nostalgico
dei nostri giochi
della tua innata bontà
della la tua allegra compagnia
miele
della mia lontana
quasi infantile
età.
(luglio 2018)